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6 novembre 2012

Gela, la Procura apre inchiesta su bambini nati con malformazioni - Il Fatto Quotidiano

Ecco chi ne paga le conseguenze maggiori...i nostri bambini!

Gela, la Procura apre inchiesta su bambini nati con malformazioni - Il Fatto Quotidiano

2 novembre 2012

LIBRI PER LA FORMAZIONE PERSONALE

Ciao! vi consiglio alcuni libri per la crescita personale e professionale:

1- ESSERE CREATIVI, Edward De Bono.
Per ottenere successo nel lavoro e affrontare le situazioni professionali con efficienza e competenza c'è un elemento essenziale: la creatività. Edward De Bono è convinto che la creatività non sia una dote innata e che le idee non nascono per caso. Da oltre trentanni insegna a far nascere nuove idee. Il suo pensiero laterale è una forma strutturata di creatività che può essere usata in modo sistematico e deliberato; una tecnica per risolvere problemi che utilizza metodi apparentemente illogici ma in realtà basati sui meccanismi di percezione.

2- NIENTE SCUSE, Wayne W. Dyer.
Quante scuse ci possono essere nella vita di tutti i giorni? È molto difficile, è rischioso, ci vorrà molto tempo, la mia famiglia non approverebbe... Siamo convinti che sia impossibile cambiare, e quando pensiamo che una determinata impresa sia difficile da realizzare o che portarla a termine provocherebbe una serie di reazioni, senza nemmeno provare ad affrontarla, accampiamo semplicemente delle scuse per giustificare la nostra mancanza di impegno, eppure l'obiettivo da raggiungere ci interessa in modo particolare e dentro di noi ammettiamo che cambierebbe notevolmente la nostra vita. In realtà ci siamo abituati a farlo perché abbiamo appreso questo tipo di comportamento sin dall'infanzia, guardando altri tirare in ballo scuse di ogni genere, e non troviamo il coraggio di sottraci a questo meccanismo perverso. Convincere noi stessi che qualcosa è troppo difficile da realizzare, che implichi un rischio maggiore di quello che siamo in grado di affrontare, che è fondamentale quanto tempo ci metteremo e che le critiche dei parenti saranno pressanti, sono soltanto scuse avanzate per evitare di agire. Abbiamo sicuramente la capacità di far parlare il nostro io e di scegliere in che cosa credere e che cosa è più giusto per noi, e proprio il fatto di essere stati in un certo modo per tutta la vita ci deve incoraggiare a dire basta e ad abbandonare quelle convinzioni che crediamo facciano parte di noi e che invece sono la corazza che ci tiene imprigionati.

31 ottobre 2012

5 Stelle a Ballarò, Grillo attacca Federica Salsi: “La tv è il vostro punto G” - Il Fatto Quotidiano

Oserei dire che Grillo avrà avuto anche il coraggio prima di molti di condannare un certo tipo di politica...ma di partiti "poco" democratici non so che farmene. Penso che la vera politica passi anche dal confronto e dal rispetto per le idee altrui, sempre in funzione di migliorare la "cosa pubblica"

Leggete l'articolo del Fatto e ditemi la vostra!

5 Stelle a Ballarò, Grillo attacca Federica Salsi: “La tv è il vostro punto G” - Il Fatto Quotidiano

30 ottobre 2012

BLOG INTERESSANTI

1- http://www.alessandrobiondi.com/ è di un giovane impegnato nel territorio laziale.

Pian piano la lista si allungherà! 
Accetto consigli!


INCENERIMENTO E SALUTE UMANA

Ciao! Spesso parliamo di rifiuti e inceneritori, e ci chiediamo fanno bene o fanno male?? Vi propongo alcuni studi epidemiologici che spiegano le conseguenze degli inceneritori sulla salute umana e del territorio.

1- Stato delle conoscenze sugli effetti degli inceneritori dei rifiutisulla salute umana. 
http://www.wwf.it/UserFiles/File/AltriSitiWWF/Lazio/Dossier/Rifiuti/incenerimentoesalute.pdf


“Dopo che le sostanze inquinanti provenienti da un impianto di incenerimento si disperdono nell’aria, alcune persone vicine all’impianto potrebbero essere esposte direttamente attraverso l’inalazione o indirettamente attraverso ilconsumo del cibo o dell’acqua  contaminati dalla deposizione sul suolo, sulla vegetazione e sull’acqua dei composti inquinanti immessi in atmosfera. Per i metalli ed altre sostanze inquinanti che persistono nell’ambiente, gli effetti potenziali possono estendersi oltre l’area vicina all’inceneritore. Infatti, i composti persistenti possono essere trasportati lontano dalle fonte di emissione, attraversare differenti trasformazioni chimiche e fisiche, e passare diverse volte attraverso il suolo, l’acqua e il cibo.”

National Research Council (2000)

2- Ma ancora più chiaro è lo studio fatto dalla provincia di modena:
Effetti sulla salute derivanti dallo smaltimento dei rifiuti solidi urbani tramite inceneritore
Questo risulta più chiaro e veloce nella lettura anche per chi non se ne intende di terminologia medica.
http://www.comune.modena.it/ambiente/documenti/documentazione/osservatorio-termovalorizzatore/incontro-del-15-luglio-2008/azienda-usl-di-modena-effetti-sulla-salute-derivanti-dallo-smaltimento-dei-rifiuti-solidi-urbani-tramite-inceneritore

3- Altro studio interessante:
Centrali termoelettriche e inceneritori: necessità ineludibili o aggressioni al territorio?
http://www.volontariatoepartecipazione.eu/wp-content/uploads/2012/05/di-ciaula-grottaminarda-9-ott-2010.pdf

Io rimango sempre più sconcertata dalle politiche intraprese dalla nostra politica in favore di questi mostri.
Diffondete i documenti...e parliamo di salute!

SE LA TUA CENA DISTRUGGE IL PIANETA

Se la tua cena distrugge il pianeta


C’è poco da stare allegri nello scoprire che la tua cena è una delle principali cause del disastro ecologico che sta affliggendo il nostro Pianeta.
Secondo alcuni recenti studi infatti la carne, ad esempio, risulta essere la seconda responsabile dell’effetto serra, mentre all’agricoltura viene addebitato il 70% dell’uso dell’acqua.
Per portare sulla nostra tavola un chilogrammo di carne di bovino sono necessari  dai 70.000 ai 100.000 litri di acqua e si producono 27 kg di CO2, mentre per un kg di maiale servono 21.000 litri d’acqua e si producono 12 kg di CO2. Stessi valori di CO2 anche per ottenere un kg di salmone. Per un kg di latte si consumano 1.000 litri d’acqua e si producono 2,5 kg di anidride carbonica. In fine per un chilo di pane sono necessari 1.300 litri di acqua e per  una tazzina di caffè ne servono “solo” 140 litri.
Dati questi che, se ben letti, di sicuro insinuano un certo senso di colpa in tutti noi.
E quindi? Cosa si fa?
Partiamo prima di tutto dal nostro modo di consumare il cibo. Ho già avuto modo di ricordare in un precedente articolo, come il 60 % del cibo prodotto venga sprecato o buttato. Nessuno di noi è immune allo spreco. Pensate veramente di essere parsimoniosi e di non buttare niente di utile? Provate, così come a fatto Colin Beavan all’inizio della sua esperienza di No Impact Man, a riversare sul pavimento di casa l’immondizia degli ultimi due giorni. Accettate la sfida e concentrarvi solo sul cibo, verificando quanto di ciò fosse ancora commestibile nel momento in cui è stato buttato. Vi sorprenderete, di certo.
Non me ne vogliano poi gli allevatori di bestiame, i macellai ed i commercianti quando suggerisco una riduzione del consumo di carne e, aggiungerei, di formaggio. Secondo uno studio della Envionmental Working Group (associazione ambientalista americana) se l’intera popolazione americana rinunciasse alla carne e al formaggio per un giorno alla settimana nel corso di un intero anno si risparmierebbe tanta CO2 quanto quella prodotta da poco meno di 8 milioni di auto in 12 mesi..
Anche l’acquistare prodotti da agricoltura biologica aiuta il Pianeta, in quanto questo tipo di agricoltura aumenta la concentrazione del carbonio nel suolo. Il suolo, ricco di sostanza organica,  infatti ha la capacità di trattenere quantità enormi di carbonio evitando di immetterlo nell’atmosfera. L’agricoltura tradizionale intensiva invece ha progressivamente impoverito i suoli agrari di sostanza organica, accelerando i naturali processi di degrado chimico fisico e biologico della componente organica del suolo.
Acquistiamo quindi prodotti locali e di stagione. Acquistare direttamente dall’allevatore o dal produttore che coltiva i campi vicino a casa permette prima di tutto di aiutare l’economia della zona e molto spesso, senza la presenza di intermediari e della grande distribuzione, è possibile instaurare un rapporto di rispetto e di fiducia con chi produce il cibo che si mangerà. E’ chiaro poi che vanno prediletti i prodotti di stagione. Anche se per qualcuno presentare le fragole al pranzo di Natale è chic, in realtà è una cosa contro natura che costa molto sia sotto l’aspetto economico che sotto quello ecologico. Stesso discorso vale per quei prodotti di provenienza “esotica”. E’ proprio necessario conoscere il sapore dello Salak o del Pepino che hanno dovuto percorrere oltre 11.000 chilometri   per arrivare sulla nostra tavola?  E poi magari non conosciamo la  ciliegia Cuore Nero prodotta a Piacenza o la ciliegia bianca di Marostica della provincia vicentina o più semplicemente, vediamo la terra abbandonata perché nessuno la va più a coltivare.
Una buona idea potrebbe essere quella di realizzare un proprio orto. Senza grandi pretese, giusto quello che serve per avere un po’ di verdura fresca per la cena. Molte volte sono sufficienti pochi metri quadri di giardino per avere la soddisfazione di raccogliere la propria insalata o i pomodori. L’orto infatti può essere realizzato ovunque ci sia un po’ di terra. Sono nati così orti urbani nei centri delle grandi città e delle metropoli mondiali. Hanno visto la luce anche gli orti in balcone per chi non un giardino.
Non dimentichiamo poi che la politica e gli amministratori possono fare molto per  la nostra cena sostenibile.
Proprio con gli orti stanno nascendo importanti collaborazioni tra “cittadini contadini” e amministrazioni comunali. Queste ultime, infatti, identificano alcune  aree verdi in disuso e le destinano, con appositi regolamenti, ad orti urbani.  Purtroppo, e vi porto l’esperienza del mio piccolo comune di residenza ,non sempre si va per il verso giusto. A San Felice del Benaco (piccolo comune sul lago di Garda a due passi da Salò) per esempio erano previsti, ma l’attuale Amministrazione, guidata da Paolo Rosa (PDL-Lega), li ha cancellati per far posto ad altro. Forse a ragion veduta: perché sottrarre territorio verde alla cementificazione, alle opere inutili, alle seconde case ed alla speculazione edilizia?

27 ottobre 2012

AMARE è DONO



Amare è donare il proprio tempo. E' questo il prezzo che l'amore chiede alla vita, il tempo
Tutti quando amano investono il proprio tempo.


Tempo e amore, che strano binomio

Tu pensi: "devo produrre"..."devo fare"..."devo andare"..."non posso perdere tempo". Poi prendi quell'ora lì, quella che reputi indispensabile, quella di cui non sai fare proprio a meno e la doni a qualcuno. 
Perdi il tuo tempo, eppure nello stesso istante in cui questo si fa dono trasformandosi in amore, diventa eternità. E subentra, allora, un inspiegabile senso di felicità misto a leggerezza. Ti senti vivo come non lo sei stato mai.

Hai dovuto fare delle rinunce, eppure sai di non aver perso niente e di aver guadagnato tutto. 
Forse sei tornato a casa stanco morto, ma rifaresti tutto esattamente come hai fatto, per migliaia di altre volte fino allo sfinimento. E il pensiero ti piace, daresti perfino la vita. E scopri che valeva la pena investire quel tempo.

Così ti fermi, chiudi gli occhi e sorridi. 
Perché il tempo donato per amore ha un salario: la gioia.